Terapia adiuvante per il carcinoma della mammella

TERAPIA ADIUVANTE PER IL CARCINOMA DELLA MAMMELLA IN FASE PRECOCE: COS'È E COME FUNZIONA

Il carcinoma della mammella è la neoplasia più frequente tra le donne 1 e rappresenta una sfida non solo dal punto di vista clinico, ma anche emotivo e psicologico.
Affrontare la diagnosi significa entrare in un mondo nuovo, fatto di esami, decisioni e parole che spesso non si erano mai sentite prima. Una di queste è “terapia adiuvante”, un termine medico che può spaventare o confondere, ma che indica un passaggio fondamentale nel percorso di cura del carcinoma mammario.


Vediamo insieme cosa significa terapia adiuvante per il carcinoma della mammella in fase precoce, quali sono le differenze rispetto alla terapia neoadiuvante e alla chemioterapia preventiva, quali sono le tipologie di trattamento disponibili, quando è indicata e quali sono i suoi vantaggi e possibili effetti collaterali, senza trascurare l’importanza dell’aderenza terapeutica.

Cosa è la terapia adiuvante?

La “terapia adiuvante”, in gergo medico, è un trattamento che si aggiunge a quello primario che è stato individuato per la paziente.2 In generale, la maggior parte delle donne
con carcinoma della mammella viene sottoposta a un intervento chirurgico per rimuovere i tessuti malati.3 Dopo l’intervento, però, quando il tumore visibile è stato rimosso,
è possibile che non tutte le cellule tumorali siano state eliminate, in particolare quelle di dimensione così piccola che non sono rilevabili con gli attuali strumenti diagnostici
a disposizione.2 Come vedremo più avanti, la terapia adiuvante agisce proprio per intercettare ed eliminare queste cellule residue, riducendo il rischio che riprendano
a proliferare provocando la ricomparsa del tumore.2
La terapia adiuvante può includere chemioterapia, radioterapia, terapia ormonale, trattamenti con farmaci che vanno a colpire specifici bersagli molecolari. L’obiettivo è sempre ridurre al minimo il rischio di recidiva e di metastasi. 3
 

Che differenza c’è tra terapia adiuvante e chemioterapia preventiva?

La scelta di proporre la chemioterapia a una paziente con cancro al seno può avere diversi obiettivi, tra cui: 4,5

Ridurre le dimensioni del tumore

prima dell’intervento chirurgico o prima della radioterapia (chemioterapia neoadiuvante)

Ridurre il rischio di recidiva

dopo l’intervento chirurgico o la radioterapia, eliminando cellule tumorali
che possono essersi diffuse ad altre parti del corpo (chemioterapia adiuvante)

Rallentare la progressione del tumore

quando non è trattabile chirurgicamente e prolungare l’aspettativa di vita

Ridurre i sintomi

causati dal tumore

Quindi: la chemioterapia può essere usata in maniera preventiva, ma la terapia adiuvante comprende anche altri trattamenti oltre alla chemioterapia, come vedremo più avanti.
La chemioterapia come terapia adiuvante può essere somministrata dopo l’intervento chirurgico o dopo la radioterapia con funzione preventiva della recidiva.6
 

Differenza tra terapia adiuvante e neoadiuvante
 

Oltre a terapia adiuvante, un altro termine poco familiare in cui ci si imbatte quando si affronta il carcinoma alla mammella è “terapia neoadiuvante”.
La differenza principale riguarda il momento in cui vengono somministrate: la terapia adiuvante si esegue dopo l’intervento chirurgico, mentre la terapia neoadiuvante viene data prima dell’operazione. 7
Oggi la terapia neoadiuvante viene proposta sempre più spesso, anche quando il tumore è già operabile, perché può aiutare a ridurre la massa tumorale, rendendo possibile
un intervento meno invasivo (ad esempio, nel caso del carcinoma mammario, conservando il seno e/o limitando la chirurgia sui linfonodi). Permette anche di capire
come il tumore risponde ai trattamenti, così da definire la terapia adiuvante in modo ancora più mirato, riducendo ulteriormente il rischio che la malattia si ripresenti. 2
 

Tipi di terapia adiuvante contro il carcinoma mammario
 

Ogni tumore è diverso, ogni donna lo è. Allo stesso modo, la terapia adiuvante alla mammella non è una sola: può combinare diversi approcci terapeutici considerando diversi fattori, come le dimensioni del tumore, le sue caratteristiche biologiche, il coinvolgimento dei linfonodi, lo stato di salute generale, la presenza o meno della menopausa.3
 

I principali tipi di terapia adiuvante sono:

Radioterapia

Utilizza radiazioni ad alta energia indirizzate sull’area in cui è più alto il rischio che siano presenti delle cellule tumorali residue. La radioterapia adiuvante viene utilizzata nella maggior parte dei tumori al seno allo scopo di proteggere la restante ghiandola mammaria sia dal rischio di recidiva locale sia dalla comparsa di una nuova neoplasia. La durata del trattamento dipende dalle caratteristiche e dallo stadio del tumore, generalmente 5 sedute settimanali per 3-6 settimane 3,5,8

Terapia ormonale
(anche ormonoterapia o terapia endocrina)

Utilizza farmaci che agiscono sui recettori ormonali per gli estrogeni e per il progesterone bloccandone l’azione di stimolo alla moltiplicazione delle cellule cancerose (azione proliferativa). I farmaci ormonali si assumono generalmente per via orale, in alcuni casi con iniezioni intramuscolari. 7
La durata standard della terapia ormonale adiuvante è di almeno cinque anni. 9 La scelta del tipo e della durata della terapia dipende da alcuni fattori chiave, oltre allo stadio di malattia. Anzitutto, se la paziente è ancora in età fertile o è già in menopausa. Inoltre, vanno considerati l’età della donna e il desiderio di diventare mamma dopo le cure. 
Non bisogna avere timore a parlare all’oncologo del desiderio di maternità, anzi: farlo consente di considerare le opzioni disponibili di preservazione della fertilità. La menopausa precoce indotta dalla terapia ormonale, infatti, può essere reversibile e la crioconservazione degli ovociti è un’opportunità per poter diventare mamma ricorrendo in futuro alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. 3,9

Immunoterapia

A differenza di altri trattamenti, l’obiettivo dell’immunoterapia non sono direttamente le cellule tumorali, ma il sistema immunitario. Quando il tumore inibisce le difese naturali dell’organismo, l’immunoterapia agisce su questo meccanismo: attraverso specifici farmaci potenzia o riattiva il sistema immunitario, aiutandolo a riconoscere di nuovo il tumore come un nemico e a combatterlo.8

Chemioterapia

I farmaci chemioterapici utilizzati in oncologia impediscono alle cellule cancerose di moltiplicarsi e le eliminano. Infatti, le cellule tumorali si riproducono più rapidamente di quelle normali; perciò, i loro effetti si hanno soprattutto sui tumori che crescono velocemente. 4
I farmaci sono somministrati nella quasi totalità dei casi per via orale o endovenosa. 4
La chemioterapia prevede cicli di trattamento, durante i quali la somministrazione dei farmaci si alterna a fasi di interruzione. Il numero di cicli e la durata vengono decisi in base alle caratteristiche e allo stadio del tumore, dai farmaci utilizzati e dalla risposta della singola paziente al trattamento. 5

Terapie a bersaglio molecolare
(o terapie biologiche o target therapy)

Sono farmaci frutto della ricerca scientifica più recente, che si utilizzano nei casi in cui sono presenti alcune caratteristiche molecolari specifiche del tumore. 3 Ne sono un esempio gli anticorpi monoclonali, gli inibitori selettivi delle chinasi ciclina-dipendenti 4 e 6 (CDK 4/6), gli inibitori delle tirosin chinasi (TKI) e gli inibitori della poli-ADP-ribosio-polimerasi (o, più semplicemente, PARP). 8
 Il meccanismo d’azione di questi farmaci, infatti, si basa sulla capacità di colpire i bersagli molecolari specifici contro cui sono diretti, che causano la crescita e la diffusione incontrollata delle cellule e sono responsabili della resistenza alle altre terapie, ad esempio la chemioterapia. Questo rende la loro azione altamente selettiva, con un effetto minimo sulle cellule normali. 8,11

Ogni trattamento può essere proposto da solo o in combinazione con altri. L’importante è non dimenticare mai che l’obiettivo del piano terapeutico è sempre proteggere il più possibile la salute della donna.
 

A cosa serve la terapia adiuvante e quando è indicata
 

Come abbiamo visto sopra, anche se l’intervento chirurgico è perfettamente riuscito e ha rimosso il tumore, alcune cellule malate (non individuabili anche per le più avanzate tecniche diagnostiche) potrebbero essere rimaste nelle vicinanze della massa rimossa durante l’intervento.
La terapia adiuvante serve proprio a distruggere queste cellule invisibili e a prevenire la comparsa di recidive locali o a distanza 2-13.
I vari tipi di terapia adiuvante hanno indicazioni diverse. Ad esempio, le terapie a bersaglio molecolare sono indicate in presenza di un determinato biomarcatore, solitamente una mutazione genetica. Se in una paziente con carcinoma mammario quel biomarcatore è assente, la terapia a bersaglio molecolare specifica non verrà considerata, perché sarebbe inefficace.
Per lei verrà elaborata una strategia terapeutica più adatta al suo caso. 11
Analogamente, in caso di tumore mammario ormonoresponsivo è indicata la terapia ormonale adiuvante, che riduce il rischio di recidiva 10 e la radioterapia è molto spesso indicata per ridurre il rischio di recidive locali nelle donne che abbiano subito un intervento conservativo (tumorectomia e quadrantectomia). 5
Esistono Linee guida nazionali e internazionali che definiscono i vari protocolli da seguire per le diverse forme di tumore. I medici impostano la strategia di cura più indicato per ogni paziente, allo scopo di ottenere il migliore risultato possibile con il minor carico di effetti collaterali.
 

L'importanza dell'aderenza al trattamento
 

Cosa significa “aderenza al trattamento”? Ecco un’altra espressione poco familiare, una delle raccomandazioni più importanti che ogni oncologo fa alle proprie pazienti con carcinoma della mammella. In gergo clinico, “aderenza alla terapia” indica il comportamento diligente dei pazienti che assumono i farmaci nei tempi e nei modi indicati dai medici.
Perché è importante? Perché rispettare i tempi e le modalità di assunzione dei farmaci è fondamentale per massimizzare l'efficacia della terapia. 12
È vero, la terapia adiuvante può essere un percorso lungo e particolarmente faticoso.
Che si tratti di cicli di chemioterapia o dell’assunzione quotidiana della terapia ormonale, però, l’aderenza al trattamento è essenziale.
Altrettanto importante è instaurare un dialogo con il proprio oncologo e con il team medico. Parlare apertamente di eventuali dubbi o difficoltà nel seguire la terapia può aiutare a gestire gli effetti collaterali e a trovare insieme soluzioni che rendano la terapia più sostenibile, per superare gli ostacoli senza perdere di vista l’obiettivo finale: la tutela della propria salute.
 

I vantaggi della terapia oncologica adiuvante
 

Affrontare la terapia adiuvante può sembrare solo un altro ostacolo, ma i dati parlano chiaro: riduce significativamente il rischio di recidiva e migliora la sopravvivenza a lungo termine. 13
Il vantaggio più significativo della terapia oncologica adiuvante è che riduce il rischio di recidiva del cancro. Dopo l'intervento chirurgico, come abbiamo visto, potrebbero rimanere nel corpo minuscole cellule tumorali, troppo piccole per essere viste o rimosse. La terapia adiuvante agisce proprio per intercettarle ed eliminarle, riducendo il rischio che il tumore si ripresenti e aumentando le possibilità di guarigione. 2
Inoltre, la terapia adiuvante rafforza l'efficacia dei trattamenti primari (usualmente la chirurgia), dando un ulteriore supporto e aumentando le probabilità di raggiungere lo stato di assenza di malattia. 2
 

La terapia adiuvante alla mammella ha effetti collaterali?
 

Come ogni trattamento farmacologico, anche la terapia adiuvante della mammella può comportare effetti collaterali.
La tipologia e l’intensità variano in base al tipo di farmaco utilizzato e alla risposta personale della paziente.
Ecco più i comuni:
 

  • Con la radioterapia - Arrossamento della cute nella zona trattata, stanchezza, sono gli effetti collaterali più comuni, che tendono a scomparire gradualmente alla conclusione del ciclo di trattamento. Sono sempre più rari alcuni effetti collaterali a lungo termine, grazie alle tecniche di irradiazione sempre più sofisticate 7
  • Con la chemioterapia - Le reazioni alla chemioterapia cambiano da persona a persona e in funzione dei farmaci utilizzati. Alcune si manifestano durante i cicli di trattamento, altri a distanza di tempo; nella maggior parte dei casi sono controllabili con trattamenti specifici e, in genere, reversibili. 4
    L’effetto della chemioterapia si fa sentire soprattutto sui tumori che crescono velocemente, perché è in grado di bloccarne o rallentarne lo sviluppo fino a ridurne il volume. Ma ha conseguenze anche su alcuni tipi di cellule sane soggette a rapida replicazione (come le cellule dei bulbi piliferi, del sangue e quelle che rivestono le mucose dell’apparato digerente). Si spiegano così i più comuni effetti collaterali di questi trattamenti (perdita di capelli, anemia e calo delle difese immunitarie, vomito, diarrea e infiammazione o infezione della bocca) che, a volte, preoccupano i pazienti più della malattia stessa 4
  • Con l’ormonoterapia - Anche le reazioni alla terapia ormonale variano da persona a persona, i più frequenti sono: vampate di calore, dolori articolari, ipertensione arteriosa, alterazioni della funzionalità epatica, del colesterolo e dei trigliceridi, ritenzione idrica e aumento di peso, secchezza o atrofia vaginale, dolore nei rapporti intimi, crampi muscolari, insonnia, cambiamenti dell’umore 14
  • Le terapie a bersaglio molecolare sono generalmente ben tollerate. Gli effetti collaterali più comuni includono: neutropenia, diarrea, astenia, nausea, anemia. 10
  • Con l’immunoterapia si possono verificare alterazioni della funzione della tiroide, del fegato, a livello della cute, diarrea. 11

È utile sottolineare che la maggior parte degli effetti collaterali è reversibile e oggi le terapie sono sempre più personalizzate, per il massimo beneficio con il minimo impatto sulla qualità di vita. Inoltre, sono disponibili strumenti per gestire gli effetti collaterali e migliorare la qualità di vita durante la cura.6
 

La terapia adiuvante per il carcinoma alla mammella può essere considerata una delle conquiste più importanti dell’oncologia degli ultimi trent’anni.
Infatti, nonostante il numero di diagnosi sia costante in aumento, la mortalità per tumore al seno è diminuita sensibilmente nell’ultimo decennio.
Questo risultato è stato raggiunto non solo grazie alla diagnosi precoce resa possibile dagli screening, ma anche all’efficacia della terapia adiuvante, sempre più mirata e personalizzata. 15
 

Conoscere e capire bene il significato della terapia adiuvante, le differenze rispetto alla terapia neoadiuvante, le modalità di somministrazione, i benefici attesi e l’importanza dell’aderenza terapeutica è estremamente utile, per ogni donna con carcinoma alla mammella. Solo così si è più forti di fronte alla paura, e si affronta il percorso di cura con maggiore consapevolezza.
 

Scopri i principali programmi di prevenzione!

Le informazioni presenti nella pagina hanno esclusivamente scopo informativo e comunque in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi informazione riportata. Il Suo medico curante è la persona più adatta a fornirLe un’indicazione accurata e personalizzata

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Bibliografia

  1. AIOM – I numeri del cancro in Italia 2024. Ultimo accesso: aprile 2025.
  2. European Network of Youth Cancer Survivors. Adjuvant therapy. Ultimo accesso: aprile 2025.
  3. AIRC – Tumore al seno. Ultimo accesso: aprile 2025.
  4. AIRC. Chemioterapia. Ultimo accesso: aprile 2025.
  5. Fondazione Veronesi. Tumore al seno. Ultimo accesso: aprile 2025.
  6. Fondazione Veronesi – Chemioterapia adiuvante. Ultimo accesso: aprile 2025.
  7. AIMAC – Terapia neoadiuvante e terapia adiuvante per il tumore della mammella. Ultimo accesso: aprile 2025.
  8. Europa Donna. Tumore al seno. Terapie. Ultimo accesso: aprile 2025.
  9. AIRC. La terapia ormonale dei tumori. Ultimo accesso: aprile 2025.
  10. AIOM. Linee guida carcinoma mammario in stadio precoce. Ultimo accesso: aprile 2025.
  11. AIMAC. Terapie a bersaglio molecolare per il tumore della mammella. Ultimo accesso: aprile 2025.
  12. AIRC. Un post-it per il futuro. Ultimo accesso: aprile 2025.
  13. Fondazione Veronesi. Tumore al seno: con la terapia adiuvante si riducono le recidive. Ultimo accesso: aprile 2025.
  14. AIMAC. Tumore della mammella. Ultimo accesso: aprile 2025.
  15. Humanitas Gavazzeni. Tumore al seno – Trattamento adiuvante o precauzionale. Ultimo accesso: aprile 2025.