Rischio di recidiva del tumore al seno

RISCHIO, SOPRAVVIVENZA E PREVENZIONE

Ricevere una diagnosi di tumore al seno è un evento che segna profondamente la vita di una donna. Affrontare il percorso di cura richiede impegno, coraggio, resilienza
e un supporto costante, anche da parte della propria rete di affetti. Oggi i medici sono in grado di effettuare diagnosi sempre più accurate e dispongono di opzioni
di trattamento efficaci e personalizzate, che hanno migliorato in modo significativo le prospettive per le pazienti. Tuttavia, anche dopo aver completato i trattamenti,
è naturale che rimangano timori su un possibile rischio di recidiva.

In questo articolo approfondiremo cosa si intende per rischio di recidiva del tumore al seno, quali sono i segnali a cui prestare attenzione, i fattori di rischio e in che modo la prevenzione può essere di aiuto. Grazie ai progressi della ricerca scientifica, infatti, il rischio di recidiva può essere monitorato attraverso controlli regolari e strategie
di prevenzione mirate, per poter affrontare – eventualmente – la situazione in modo consapevole, con il supporto degli specialisti.

Cos'è la recidiva del tumore al seno

La recidiva del tumore al seno si verifica quando il cancro ricompare dopo un periodo di apparente guarigione o remissione. Alcune cellule tumorali, infatti, possono sopravvivere ai trattamenti iniziali e, successivamente, riprendere a svilupparsi anche a distanza di tempo dalla fine delle terapie.1

Anche in caso di tumore al seno localizzato (in situ), cioè che rimane nel punto di insorgenza primario, un rischio di recidiva c’è sempre, anche a distanza di anni. Le possibilità che ciò accada, però, si sono ridotte negli ultimi anni, grazie ad un approccio terapeutico sempre più personalizzato e all’utilizzo delle terapie adiuvanti.2
 

La recidiva può manifestarsi in diverse forme:1

Recidiva locoregionale:
si presenta nella stessa sede del tumore primario o nei tessuti circostanti;

Recidiva linfonodale
interessa i linfonodi vicini, come quelli situati sotto l’ascella;

Recidiva a distanza (metastatica):
il tumore si diffonde ad altri organi, come polmoni, fegato, ossa o cervello

Fattori di rischio della recidiva: come si calcola la probabilità

Ogni donna ha il proprio rischio di recidiva; infatti, può variare significativamente da persona a persona e dipende da una serie di fattori, tra cui: 1,3,4

  • Caratteristiche biologiche del tumore: alcuni tumori presentano una maggiore aggressività o una minore risposta alle terapie. Ad esempio, il tumore al seno triplo negativo ha un rischio di recidiva alto
  • Stadio della malattia alla diagnosi: il tumore al seno viene classificato in “stadi” utilizzando alcuni parametri che indicano, ad esempio, la crescita tumorale e il grado di aggressività biologica della malattia. Inoltre, tumori diagnosticati in stadi più avanzati possono
  • Efficacia e completezza del trattamento iniziale e risposta alle terapie: anche l'aderenza alle terapie prescritte e la loro efficacia, intesa come sensibilità del tumore al trattamento, possono influenzare il rischio di ritorno della malattia
  • Predisposizione genetica: condizioni di ereditarietà e alcuni fattori genetici, come la presenza di mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2, possono influenzare il rischio di recidiva
  • Stile di vita: sono molti i fattori legati allo stile di vita che possono avere un impatto sul rischio che la malattia si ripresenti. Ad esempio: sovrappeso, fumo, sedentarietà e alimentazione poco equilibrata possono aumentare il rischio di recidiva

Come è possibile conoscere il proprio rischio di recidiva?

Il proprio medico oncologo sceglie il percorso terapeutico che ritiene più adatto al singolo caso, dopo aver assegnato uno stadio al tumore, con l’obiettivo di ridurre il rischio di recidiva. La terapia post-intervento si definisce adiuvante e può includere radioterapia, chemioterapia, terapia ormonale, immunoterapia, terapie a bersaglio molecolare (o terapie biologiche, ad esempio gli anticorpi monoclonali e i farmaci inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti).5
 

Recidiva dopo la quadrantectomia
 

La quadrantectomia è l’intervento chirurgico di tipo conservativo con il quale si rimuove solo la parte del seno (quadrante) contenente il tumore, preservando il resto del tessuto mammario. Per ridurre sia il rischio di recidiva locale sia la comparsa di una nuova neoplasia, solitamente si effettua la radioterapia adiuvante post-operatoria.
Se i recettori per gli estrogeni o per il progesterone sono positivi, si associa l’ormonoterapia (ed eventualmente la chemioterapia).1
 

Recidiva del tumore alla mammella oltre i 10 anni dalla diagnosi
 

Alcune forme di tumore al seno, in particolare quelle sensibili agli ormoni, possono ripresentarsi anche dopo molti anni dalla diagnosi iniziale. Seguire il percorso di esami e controlli nella fase di follow-up e adottare anche successivamente le buone pratiche di prevenzione aderendo agli screening oncologici, può fare una grande differenza, perché consente di individuare in fase precoce eventuali segni di recidiva e di intervenire prontamente. 1-4,6
 

Recidive in caso di tumore al seno HER2 positivo
 

I tumori al seno caratterizzati dalla sovraespressione del recettore HER2 tendono ad avere un comportamento più aggressivo, soprattutto nei primi anni successivi alla diagnosi. In questi casi, la chemioterapia è solitamente un passaggio obbligato, insieme agli agenti anti-HER2. Le terapie mirate di cui dispongono i medici oggi hanno migliorato significativamente il trattamento di queste forme tumorali, riducendo il rischio di recidiva. 1,7
 

I sintomi della recidiva del tumore al seno: campanelli di allarme
 

Seguire il percorso di follow-up è fondamentale per intercettare precocemente una eventuale recidiva del tumore al seno tramite gli esami diagnostici. Cos’altro si può fare? Ci sono dei segnali, dei “campanelli di allarme”, che è importante conoscere e riconoscere, per poter innescare un dialogo con il proprio medico oncologo o specialista di riferimento. Questi segnali variano a seconda della localizzazione del tumore primario: 3
 

  • Locali – Formazione di noduli o rigonfiamenti nella zona trattata, cambiamenti nel capezzolo, inspessimenti sopra o accanto la cicatrice, gonfiore o indurimento dei tessuti
  • Regionali - Dolore persistente o gonfiore nella regione mammaria, difficoltà a deglutire, dolore o intorpidimento del braccio o della spalla, gonfiore dei linfonodi presenti nell’ascella o alla base del collo
  • A distanza - Dolori ossei, tosse secca persistente, capogiri, estrema spossatezza, nausea, perdita di appetito e di peso, forti emicranie

Anomalie presso la cicatrice dell'intervento chirurgico
 

Dopo l’intervento chirurgico per tumore al seno, è bene prestare particolare attenzione alla zona della cicatrice. Se si notano anomalie, come ad esempio arrossamenti della cute, ispessimenti, dolore localizzato o gonfiore, è necessario rivolgersi subito al medico, perché potrebbero rappresentare un segnale precoce di recidiva locale.3
 

Sopravvivenza e dati sulla recidiva del tumore al seno
 

Il tumore al seno è la forma di cancro più diffusa

con quasi
54.000 nuove diagnosi
in Italia nel 2024

colpisce ogni anno
11.000 persone
con meno di 40 anni e ha
un tasso di sopravvivenza dell’88%
a cinque anni dalla diagnosi.8

Le persone che riescono a superare la malattia o a convivere anche per molti anni con un tumore sono sempre più numerose: in Italia sono quasi quattro milioni, secondo le stime più recenti.8 Dagli Anni ’90 ad oggi la sopravvivenza media dei pazienti oncologici si è allungata e il rischio di recidiva si è dimezzato, grazie alla possibilità di utilizzare farmaci sempre più efficaci, a strategie terapeutiche sempre più targettizzate e alla diagnosi precoce.2

Un recente studio pubblicato su The Lancet ha raccolto i dati provenienti da oltre 155mila pazienti con umore al seno in stadio precoce, sottoposte a trattamento adiuvante. Dall’analisi dei ricercatori emerge che il tasso di recidiva a distanza a 10 anni per tumori esprimenti recettori estrogenici (i più comuni) è sceso dal 20,5% degli Anni ’90 all’11,7% per le pazienti diagnosticate dopo il 2005. La riduzione del rischio di recidiva emerge anche per le pazienti più giovani e con tumori biologicamente più aggressivi.3
 

Prevenzione delle recidive
 

La prevenzione è l’alleato più prezioso per evitare – per quanto possibile - l’insorgere del cancro o diagnosticarlo in fase precoce.
Nonostante il rischio sia sempre un fattore individuale, vi sono tre tipi di prevenzione accessibili a tutti: 9
 

  • Primaria – agisce sui fattori di rischio modificabili (ad esempio i comportamenti) per ridurre il più possibile la probabilità di insorgenza della malattia
  • Secondaria – è l’insieme delle misure che consentono la diagnosi precoce di una patologia (es. programmi di screening oncologici)
  • Terziaria – si basa sulle terapie adiuvanti e la diagnosi precoce delle recidive

Aderire ai programmi di follow-up può permettere di intercettare precocemente le recidive, per intervenire tempestivamente.
Inoltre, consente di monitorare eventuali tossicità della terapia adiuvante, che possono presentarsi successivamente all’inizio dei trattamenti.


 

Come si manifesta il tumore al seno durante l'allattamento e la menopausa
 

Le più importanti società scientifiche internazionali sono concordi nell’affermare che lo stile di vita ha un impatto anche sulla riduzione delle recidive.

Ecco alcune raccomandazioni a cui attenersi per la prevenzione
dopo una diagnosi di cancro (anche al seno): 1,9-13

Segui un’alimentazione corretta

Una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura e cereali integrali, che limiti il consumo di carni rosse e lavorate e alimenti altamente trasformati non è solo una buona abitudine. Le raccomandazioni internazionali indicano che può essere un potente strumento di prevenzione primaria e un alleato prezioso anche durante e dopo il percorso di cura.

Pratica regolarmente attività fisica, anche moderata

L’attività fisica è un valido aiuto, non solo per il controllo del peso. Infatti, aiuta a compensare alcuni effetti collaterali frequenti delle terapie, come la fatigue o l’insonnia e ha un effetto benefico anche sul benessere psicologico. Ogni donna, però, è diversa: ascolta il tuo corpo, e non dimenticare di compensare l’attività fisica con un adeguato riposo.

Mantieni un peso adeguato

Durante i trattamenti può verificarsi un aumento del peso corporeo, che può essere dovuto – ad esempio – all’induzione della menopausa, alle terapie o a un rallentamento dei consueti ritmi quotidiani. Cerca di mantenere il tuo peso forma sia durante sia dopo i trattamenti, anche con il supporto di un nutrizionista: l’obesità è uno dei parametri che aumentano la probabilità di cancro al seno e si stima che aumenti il rischio di recidiva del 30-40%.

Rinuncia a fumo e alcol

Se i danni alla salute causati dal fumo sono ben noti a tutti, quelli che provoca l’alcol sono meno conosciuti. Sia l’alcol sia il tabacco fanno parte del Gruppo 1 delle sostanze che la IARC (International Agency for Research on Cancer) definisce cancerogene. Ciò significa che dalla letteratura scientifica emergono prove evidenti che possono provocare il cancro nell’uomo. L’assunzione di quantità anche moderate di alcol è stata associata a un aumento del rischio di recidiva.

Prenditi cura delle tue emozioni

Affrontare la diagnosi di tumore al seno può essere difficile e il timore che la malattia si ripresenti rimane sempre, anche dopo molto tempo dal termine delle terapie. Prendersi cura anche del proprio benessere psicologico è fondamentale, perché influisce sul sistema immunitario e sulla capacità dell'organismo di contrastare la malattia.

 

Fare prevenzione agendo sui propri comportamenti e sulle scelte quotidiane non può garantire che il tumore non si ripresenterà. Però, adottare uno stile di vita sano, sottoporsi regolarmente ai controlli e affidarsi a strutture specializzate sono elementi chiave per ridurre il rischio di recidiva e per individuarlo tempestivamente.
 

Scopri i principali programmi di prevenzione!

Le informazioni presenti nella pagina hanno esclusivamente scopo informativo e comunque in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi informazione riportata. Il Suo medico curante è la persona più adatta a fornirLe un’indicazione accurata e personalizzata

Codice Aziendale 10250477000_aprile/2025

Bibliografia

  1. Europa Donna. Tumore al seno e rischio di recidiva: quale comunicazione? Ultimo accesso: aprile 2025.
  2. Fondazione Veronesi. Tumore al seno: la terapia adiuvante riduce le recidive. Ultimo accesso: aprile 2025.
  3. Cleveland Clinic. Breast Cancer Recurrence.Ultimo accesso: aprile 2025.
  4. AIRC. Guida alle terapie. Cancro: la cura. Ultimo accesso: aprile 2025.
  5. Europa Donna. Tumore al seno. Terapie. Ultimo accesso: aprile 2025.
  6. Early Breast Cancer Trialists’ Collabotative Group, Reductions in recurrence in women with early breast cancer entering clinical trials between 1990 and 2009: a pooled analysis of 155 746 women in 151 trials. The Lancet, Volume 404, Issue 10461, 1407 – 1418. DOI: 10.1016/S0140-6736(24)01745-8
  7. Cleveland Clinic. HER2-positive breast cancer. Ultimo accesso: aprile 2025.
  8. AIOM. I numeri del cancro in Italia 2024. Ultimo accesso: aprile 2025.
  9. AIRC. Cancro: la prevenzione. Ultimo accesso: aprile 2025.
  10. Europa Donna. Prendere peso dopo il cancro. Ultimo accesso: aprile 2025.
  11. AIRC. La vita quotidiana durante la malattia – attività fisica e riposo. Ultimo accesso: aprile 2025.
  12. Fondazione Veronesi. Alcol e tumori del seno: un nesso poco conosciuto. Ultimo accesso: aprile 2025.
  13. Fondazione Veronesi. Tumore al seno: lo stile di vita fa la differenza anche dopo la diagnosi. Ultimo accesso: aprile 2025.