Tumore al seno dove si localizza

Dove si localizza il tumore al seno? Differenze tra “in situ”, localizzato, metastatico e tipi di recidiva.

Conoscere la localizzazione del tumore al seno è importante per capire come affrontarlo. A seconda che si tratti di tumore in situ, localizzato o metastatico cambiano le strategie di cura e di sorveglianza. Lo stesso vale per le recidive, che possono manifestarsi vicino alla sede del tumore primario o a distanza.
Cerchiamo di approfondire questi aspetti, a partire dall’anatomia della mammella e vediamo quali sono le aree in cui può svilupparsi il tumore (dotti, lobuli, linfonodi), le differenze tra le forme in situ, localizzate e metastatiche, i principali tipi di recidiva e il ruolo della terapia adiuvante.

Dove si localizza il tumore alla mammella? Dotti, lobuli, linfonodi: l'anatomia del seno

Anzitutto conosciamo meglio l’anatomia del seno. La mammella è composta principalmente da tessuto ghiandolare (preposto alla produzione del latte), tessuto adiposo, tessuto connettivo e cute. La sua composizione varia con l’età: nelle donne giovani prevale il tessuto ghiandolare, nelle donne anziane il tessuto adiposo. Il tessuto ghiandolare della mammella è “organizzato” in unità principali, dette lobi, ciascuna dei quali è a sua volta suddivisa in strutture ghiandolari più piccole, chiamate lobuli. Durante l’allattamento, il latte arriva al capezzolo dai lobuli attraverso la rete dei dotti galattofori.i,ii Inoltre, nel seno si trovano dei vasi del sistema linfatico che raggiungono i linfonodi presenti nell’ascella, sotto lo sterno e dietro la clavicola, e drenano la linfa prodotta nelle mammelle.ii I tumori della mammella sono di vario tipo e si formano quando alcune cellule iniziano a crescere e a moltiplicarsi in maniera incontrollata. Tutte le cellule del seno possono dare origine a un tumore ma, nella maggior parte dei casi, il carcinoma mammario si forma nelle strutture ghiandolari, o lobuli (carcinoma lobulare), o da cellule responsabili della formazione della parete dei dotti (carcinoma duttale).iii

Dove si localizza più frequentemente il tumore alla mammella? ii, iv

  • Dotti galattofori o lattiferi: nella maggior parte dei casi – 70-80% - il tumore al seno ha origine nelle cellule dei dotti lattiferi: sono i carcinomi duttali.
  • Lobuli: una percentuale minore di tumori, circa il 10-15%, si sviluppa invece nei lobuli e viene chiamata carcinoma lobulare.
  • Raramente, il tumore può originare dalle cellule di altri tessuti della mammella.

Le cellule dei tumori benigni crescono lentamente e non hanno la capacità di diffondersi nell’organismo; al contrario, le cellule dei tumori maligni sono in grado di invadere i tessuti circostanti e diffondersi a distanza attraverso il sangue o il sistema linfatico. Quando raggiungono un nuovo sito, le cellule dei tumori maligni possono continuare a dividersi, dando origine a una metastasi.ii Per determinare la diffusione della malattia (unitamente ai sistemi di diagnostica per immagini) si ricorre solitamente alla chirurgia: asportando e poi analizzando i “linfonodi sentinella”, cioè i primi linfonodi ascellari ai quali si può diffondere la malattia, i medici sono in grado di individuare l’eventuale presenza di cellule tumorali in tali linfonodi e stabilire così se sia necessario procedere alla rimozione completa o parziale di tutti i linfonodi ascellari (linfadenectomia o “svuotamento ascellare”).v

Differenza tra tumore in situ, localizzato e metastatico

Tra i tanti termini difficili che si incontrano quando si riceve una diagnosi di tumore al seno, ce ne sono alcuni che riguardano la localizzazione: tumore in situ, localizzato e metastatico. La differenza sostanziale è che se il tumore resta confinato dove ha origine, si definisce in situ o non invasivo. Quando si è diffuso oltre i dotti o lobuli nel tessuto mammario sano oppure oltre la mammella, ai linfonodi o a organi distanti è definito invasivo.iii

Tumore in situ della mammella: cosa significa?

“In situ” è una locuzione latina che significa “sul posto, nello stesso luogo”. Il carcinoma duttale e il carcinoma lobulare della mammella si definiscono in situ (stadio 0) quando sono confinati all’area da cui hanno avuto origine: rispettivamente i dotti galattofori e i lobuli.i

Carcinoma duttale in situ (ductal carcinoma in situ, DCIS)

Il carcinoma duttale in situ è una lesione pre-maligna.
Non è ancora un cancro invasivo, ma può evolvere sino a diventare una forma invasiva di tumore mammario. In questo tipo di cancro, le cellule cancerose sono localizzate nei dotti della mammella, ma non si sono ancora diffuse 
al tessuto mammario sano. Se non trattato, in molti casi tende a evolvere 
in una forma invasiva.iii La sua incidenza è aumentata di 4 volte dall’introduzione degli screening mammografici e attualmente rappresenta circa il 25% di tutti i carcinomi alla mammella sottoposti a trattamento. vii

Carcinoma lobulare in situ (lobular carcinoma in situ, LCIS)

Nel carcinoma lobulare in situ sono presenti alterazioni nelle cellule che rivestono i lobuli, che indicano un rischio aumentato di sviluppare in futuro un cancro alla mammella. Tuttavia, a differenza del DCIS, il LCIS non è considerato un vero e proprio carcinoma mammario. iii

L'obiettivo principale delle terapie associate al tumore in situ è prevenire l'evoluzione a una forma invasiva. Il carcinoma duttale in situ viene quasi sempre trattato con un intervento di chirurgia conservativa, per prevenire l’insorgenza di un carcinoma invasivo. iii
Da qualche tempo si ritiene che anche le donne con carcinoma lobulare in situ abbiano semplicemente un rischio aumentato di sviluppare un tumore al seno infiltrante e questo ha cambiato il modo con cui si affronta questa condizione. In alcuni casi si opta per la «vigile attesa», vale a dire l’esecuzione di controlli periodici per monitorare il decorso della lesione e identificare precocemente l’eventuale comparsa di nuovi noduli. viii

Tumore al seno localizzato

Un tumore al seno localizzato è una neoplasia le cui cellule tumorali sono cresciute oltre il sito di origine e hanno invaso il tessuto mammario circostante, ma non si sono diffuse ai linfonodi ascellari o ad altre parti del corpo. La classificazione basata sull’estensione della malattia, cioè sullo stadio, distingue i carcinomi invasivi, di qualunque sottotipo cellulare e biologico, in: ii

  • Carcinoma in fase iniziale (stadio I-III) - è un tumore localizzato nella mammella che, al massimo, ha prodotto metastasi nei linfonodi ascellari, ma non ad altri organi. La maggior parte dei tumori della mammella viene scoperto in questa fase, soprattutto grazie agli screening per la diagnosi precoce. Se l’estensione lo consente, il tumore può essere asportato chirurgicamente ma, a seconda del singolo caso, può essere preferibile praticare una terapia (neo) - adiuvante per massimizzare le probabilità di guarigione
  • Carcinoma localmente avanzato (stadio III) - è un tumore nella mammella e ai linfonodi locali, che non ha prodotto metastasi in altri organi ma che è troppo esteso per procedere con l’asportazione chirurgica. In questo caso viene prescritta, in molti casi, la terapia neoadiuvante, allo scopo di renderlo operabile in un secondo momentouna percentuale minore di tumori, circa il 10-15%, si sviluppa invece nei lobuli e viene chiamata carcinoma lobulare.
  • Carcinoma metastatico (stadio IV) – è un tumore che ha sviluppato metastasi in altri organi, generalmente per recidiva del tumore curato inizialmente, dopo un tempo variabile da pochi mesi a molti anni.

Anche le strategie terapeutiche associate al tumore al seno localizzato sono strettamente legate alle caratteristiche del tumore e della paziente, e mirano all'eliminazione del tumore e alla riduzione del rischio di recidiva locale o a distanza. Possono includere: v

  • Chirurgia
    È il trattamento primario per la maggior parte dei tumori localizzati e può essere di tipo conservativo (asportazione del tumore e di un margine di tessuto sano) o, se necessario, prevedere l’asportazione di più di un quadrante del seno (mastectomia parziale o radicale). La scelta dipende essenzialmente dalle caratteristiche del tumore. Spesso, nel corso dell’intervento chirurgico si esegue la biopsia del linfonodo sentinella, che serve a verificare la presenza di cellule tumorali nei primi linfonodi che drenano la linfa dalla mammella. Se il linfonodo sentinella è negativo, si evita la dissezione ascellare completa
  • Terapia adiuvante
    Dopo l'intervento chirurgico, possono essere somministrate terapie sistemiche (che agiscono su tutto il corpo) per eliminare eventuali cellule tumorali residue non visibili e ridurre al minimo il rischio di recidiva e di metastasi. Queste possono includere: chemioterapia, radioterapia, terapia ormonale, trattamenti con farmaci che vanno a colpire bersagli molecolari specifici, a seconda delle caratteristiche del tumore
  • Terapia neoadiuvante
    Anche nei carcinomi in fase iniziale (stadio I-III), in presenza di determinati fattori, può essere preferibile praticare una terapia neoadiuvante, cioè eseguita prima dell’intervento, per massimizzare le probabilità di guarigione. La scelta dipende dalle dimensioni del tumore, dal coinvolgimento dei linfonodi e dalle caratteristiche biologiche del tumore che influenzano il rischio individuale di recidiva o di sviluppo di metastasi. ii

Tumore al seno metastatico: cosa significa?

Una diagnosi di tumore al seno metastatico (stadio IV) significa che la malattia si è diffusa oltre il seno e ha raggiunto altri organi. Il tumore è definito metastatico solo 
se si diffonde in organi lontani dal seno (i più colpiti sono le ossa, i polmoni, il fegato, il cervello). Il meccanismo con il quale il tumore si diffonde ad altri organi, 
di solito è il seguente: ix

  • Le cellule invadono i tessuti circostanti al sito in cui il tumore ha avuto origine
  • Le cellule entrano nei vasi linfatici o sanguigni e si muovono verso altre parti del corpo
  • Le cellule si fermano in un capillare, ne invadono la parete e migrano nei tessuti circostanti
  • Le cellule si moltiplicano e formano una nuova piccola massa tumorale, detta micrometastasi
  • La micrometastasi stimola la crescita di nuovi vasi sanguigni per ottenere ossigeno e nutrienti e continuare a crescere, diventando una metastasi

Il trattamento del tumore metastatico è generalmente sistemico e richiede controlli frequenti. Come nel caso del tumore primario, la strategia terapeutica dipende 
alle caratteristiche molecolari del tumore e delle metastasi e dalla storia clinica della singola persona. In questo caso, però, la chirurgia non è più l’opzione principale: 
si ricorre alla terapia medica oncologica, che include la chemioterapia, la terapia ormonale (o endocrina), le terapie a bersaglio molecolare (target therapy 
o terapie mirate o biologiche), e l’immunoterapia. ix

Oggi disponiamo di terapie che consentono di trattare il tumore al seno metastatico e di tenerlo sotto controllo anche per molti anni, mantenendo una buona qualità 
della vita. Nonostante non si possa ancora guarire, grazie alla ricerca scientifica il tumore al seno metastatico sta diventando in sempre più una patologia “cronicizzabile”. ix

Tipi di recidiva del tumore al seno: locoregionale, linfonodale e a distanza

La “recidiva” è il ritorno di un tumore dopo un periodo di apparente guarigione o remissione. Alcune cellule tumorali, infatti, possono sopravvivere ai trattamenti iniziali e, successivamente, riprendere a svilupparsi anche a distanza di tempo dalla fine delle terapie.x
Non esiste una strategia che azzeri il rischio di incorrere in recidive, e non è possibile sapere se e quando queste cellule tumorali sopravvissute ai trattamenti daranno vita a nuovi focolai della malattia. Tuttavia, le terapie adiuvanti eseguite dopo l’intervento chirurgico per l’asportazione del tumore hanno proprio lo scopo di ridurre drasticamente le probabilità che il tumore si ripresenti. xi

Inoltre, il percorso di follow-up serve ad intercettare precocemente le eventuali recidive, in modo da intervenire tempestivamente. Per questo è importante sottoporsi regolarmente ai controlli che l’oncologo ritiene necessari per il singolo caso (mammografia, visita senologica, esami del sangue, …). x
Le recidive possono essere classificate in base alla loro localizzazione rispetto al tumore originale.

RECIDIVA LINFONODALE (LOCALE)

La recidiva locale si verifica quando il tumore si ripresenta nella stessa area del tumore originario (nel tessuto mammario rimasto dopo la chirurgia, nella pelle vicino al seno, nella cicatrice). xi
I sintomi della recidiva locale possono essere: la formazione di noduli o rigonfiamenti nella zona trattata, cambiamenti nel capezzolo, inspessimenti sopra o accanto alla cicatrice, gonfiore o indurimento dei tessuti. i Dopo la diagnosi, la recidiva viene classificata, in modo da poter approntare una strategia terapeutica adeguato. Le caratteristiche della recidiva possono essere diverse dal tumore originario: ad esempio, può presentare recettori ormonali positivi anche se il tumore originario presentava recettori ormonali negativi. Verrà poi approntato un piano terapeutico, che terrà in considerazione anche la storia clinica del tumore originario. xiii

RECIDIVA LINFONODALE (regionale)

La recidiva regionale compare nelle aree immediatamente circostanti alla sede originaria (i linfonodi dell’ascella, della clavicola o del collo, il muscolo pettorale) nel tessuto mammario rimasto dopo la chirurgia, nella pelle vicino al seno, nella cicatrice). xi
I sintomi della recidiva regionale possono essere: dolore persistente o gonfiore nella regione mammaria, difficoltà a deglutire, dolore o intorpidimento del braccio o della spalla, gonfiore dei linfonodi presenti nell’ascella o alla base del collo. xii


La recidiva regionale viene classificata come tumore al seno localmente avanzato e solitamente considerata di stadio III. Come per la recidiva locale, le sue caratteristiche possono essere diverse dal tumore originario: ad esempio, può presentare recettori ormonali negativi anche se il tumore originario presentava recettori ormonali positivi. Dopo aver esaminato la recidiva, verrà approntato il piano terapeutico che, in caso di interessamento dei linfonodi, probabilmente includerà la rimozione chirurgica di questi ultimi. xiii

RECIDIVA A DISTANZA

La recidiva a distanza (o cancro al seno metastatico) si verifica quando le cellule tumorali si diffondono a organi lontani dalla mammella. Come già accennato sopra, i più frequentemente coinvolti sono le ossa, i polmoni, il fegato e il cervello. Ma come avviene questo processo? Le cellule cancerose si diffondono nell’organismo attraverso la circolazione sanguigna o il sistema linfatico. La recidiva a distanza può manifestarsi mesi o anni dopo la prima diagnosi. Inoltre, le metastasi sono sempre costituite dalle stesse cellule del tumore primario: ad esempio, se il tumore al seno si diffonde alle ossa, le cellule del tumore metastatico alle ossa saranno cellule tumorali del seno, non delle ossa. xiv

I sintomi di una recidiva a distanza posso essere molto diversi, a seconda della localizzazione. Possono includere dolori persistenti alle ossa o alla schiena, tosse secca persistente, capogiri, estrema spossatezza, nausea, perdita di appetito e di peso, difficoltà a respirare, forti emicranie. Poiché i sintomi sono molto eterogenei, è fondamentale riferire al proprio oncologo qualsiasi cambiamento nel proprio stato di salute. La strategia terapeutica, che solitamente prevede un approccio sistemico, si basa sulla sede della metastasi, sulle caratteristiche del tumore e sulle terapie oncologiche pregresse. xiv

Terapia adiuvante: quando è consigliata, in base alla localizzazione del tumore al seno

La terapia adiuvante nel trattamento del tumore al seno viene somministrata con l'obiettivo di eliminare eventuali cellule tumorali residue che potrebbero non essere state rimosse dall'intervento chirurgico o che potrebbero essersi già diffuse in altre parti del corpo, di dimensione così piccola da non essere rilevabili dagli strumenti diagnostici attualmente disponibili. L'obiettivo della terapia adiuvante è intercettare ed eliminare queste cellule eventualmente rimaste, per ridurre il rischio di recidiva, sia locale che a distanza, e aumentare le probabilità di guarigione.xv

Definire quando e quale terapia adiuvante è consigliata è un processo complesso e altamente individualizzato, basato su un'attenta valutazione di moltissimi fattori, tra i quali le caratteristiche del tumore, la sua localizzazione e del profilo di rischio della paziente. Ciò che emerge con chiarezza da decenni di ricerca scientifica è che la terapia adiuvante, nei casi in cui è consigliata, riduce significativamente il rischio di recidiva e migliora la sopravvivenza a lungo termine. xvi
Che si tratti di una diagnosi di tumore al seno in situ, localizzato o metastatico, è fondamentale affidarsi alla professionalità dei medici e seguire le terapie che vengono prescritte. Secondo i dati più recenti il tumore del seno è sempre più curabile ma troppe donne abbandonano le terapie adiuvanti prima del tempo, la metà di loro non è consapevole del rischio. xvii

Bibliografia

  1. ISSalute. Cancro al seno. Ultimo accesso: luglio 2025.
  2. AIMAC. Il tumore della mammella. 2024.
  3. ESMO. Guide ESMO per la paziente, basate sulla Linee Guida per la Pratica Clinica ESMO. Cos’è il cancro della mammella? 2018
  4. EUROPA DONNA. Il tumore al seno. Prevenzione. 2020.
  5. AIRC. Tumore del seno. Ultimo accesso: luglio 2025.
  6. Fondazione Veronesi. I carcinomi duttale e lobulare in situ sono tumori maligni? Ultimo accesso: luglio 2025
  7. AIOM: Linee guida Carcinoma mammario in stadio precoce. 2023.
  8. Fondazione Veronesi. I carcinomi duttale e lobulare in situ sono tumori maligni? Ultimo accesso: luglio 2025.
  9. EUROPA DONNA Italia. Il tumore al seno metastatico. Ultimo accesso: luglio 2025.
  10. EUROPA DONNA. Tumore al seno e rischio di recidiva: quale comunicazione? Ultimo accesso: luglio 2025.
  11. Fondazione Veronesi. Tumore al seno. Domande e risposte dalla diagnosi al dopo cura. 2019.
  12. Cleveland Clinic. Breast Cancer Recurrence. Ultimo accesso: luglio 2025.
  13. Breastcancer.org. Understanding Breast Cancer Recurrence. Ultimo accesso: luglio 2025.
  14. Breastcancer.org. Metastatic Breast Cancer. Ultimo accesso: luglio 2025.
  15. European Network of Youth Cancer Survivors. Adjuvant therapy. Ultimo accesso: luglio 2025.
  16. Fondazione Veronesi. Tumore al seno: con la terapia adiuvante si riducono le recidive. Ultimo accesso: luglio 2025.
  17. Fondazione Veronesi. Terapia ormonale: una donna su tre interrompe le cure anti-recidiva. Ultimo accesso: luglio 2025.

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