Cancro al seno localizzato e attività fisica

Esperti, “anche grazie a terapie adiuvanti l’85% delle donne guarisce”

In una donna che ha avuto un tumore al seno localizzato, stabilire qual è il rischio di recidiva è molto importante perché condiziona le terapie adiuvanti da intraprendere “Se oggi possiamo dire che l'85% delle donne con tumore mammario guarisce è proprio grazie all'insieme di questi trattamenti che utilizziamo", afferma Nicla La Verde, direttrice della Struttura complessa di Oncologia all'ospedale Sacco di Milano in occasione dell'incontro “Avrò cura di me. Una vita nuova dopo un tumore al seno” di Donna Moderna.

 

Secondo l’esperta è “fondamentale quindi una valutazione multidisciplinare che coinvolga l'oncologo, il chirurgo, il radiologo e il radioterapista”. Non va inoltre sottovalutato poi il ruolo dell’approccio mentale e dell’attività sportiva. “Il tumore al seno nasce nella mammella - spiega La Verde - ma precocemente le cellule tumorali possono spostarsi dalla sede in cui sono nate e, lungo il torrente sanguigno e attraverso i vasi linfatici, arrivare ad altri organi: nell'osso, nel cervello o nel fegato. Per evitare che le cellule tumorali possano attaccare un altro organo, dopo l'intervento chirurgico aggiungiamo le terapie adiuvanti, che comprendono chemioterapia, ormonoterapia e terapie biologiche. Tutti questi strumenti, che collaborano insieme alla chirurgia, vengono utilizzati in modo molto attivo ed efficace”.

Nella terapia adiuvante “l'approccio terapeutico è imprescindibile ma è importante anche quello mentale”, sottolinea Giovanni Frangi, mental coach e tecnico di Nordic Walking. Se la malattia scatena la paura, che “dal tunnel imboccato non si possa uscire, fare sport, soprattutto in gruppo, è una cosa assolutamente positiva, in quanto dà la possibilità alle persone di confrontarsi, uscire di casa, fare un'esperienza comune, fare squadra e riprendere la propria vita normale”.

Dedicarsi all’attività sportiva ha il potere di far “uscire dalla quotidianità della malattia.

L'approccio mentale è importante perché permette di pensare che si possa riprendere la propria vita di tutti i giorni - andare in palestra, camminare, stare nella natura" - e svolgere "tutte quelle attività che si facevano prima di incontrare la malattia e che "dopo la diagnosi e anche dopo le terapie" magari si tende a non fare più.

 

Quando parliamo di esercizio fisico in donne operate di tumore al seno - sottolinea il mental coach - ci vogliono delle cautele importanti in quanto le operazioni chirurgiche di asportazione, parziale o totale, del seno possono avere come esiti anche aderenze e cicatrici. Bisogna quindi stare molto attenti alla pratica fisica".

Il Nordic Walking è quindi utile perché permette di fare un'attività molto graduale. Inoltre le donne possono scegliere quanto impegnare la forza della parte superiore del tronco e, soprattutto, l'ampiezza del movimento per non creare problemi con cicatrici e aderenze post operatorie".

10251351000_ottobre/2025